Ci sono le stime, ma per capire che cosa sta succedendo nel mercato globale dell'olio d'oliva
all'inizio della campagna 2014/2015 bisogna seguire le tracce del denaro.
"Negli ultimi 12 mesi i futures sull'olio d'oliva vergine scambiati a Jaen,
in Spagna, hanno registrato un'impennata del 17% mentre alla Camera di Commercio
di Bari quest'anno con l'inizio della raccolta delle olive si rilevano quotazioni che
sono superiori al 38%".
Per la Coldiretti l'impennata dei prezzi è la prova che le previsioni dell'Oil World,
il servizio di previsione indipendente per i semi oleosi, oli e pasti, colgono nel segno:
la produzione mondiale di olio di oliva crolla e dovrebbe scendere del 17% a 2, 9 milioni di
tonnellate.
Una bottiglia su tre dell'olio italiano se l'è bevuta una mosca terribile.
E il prezzo di ciò che si è salvato è alle stelle.
È l'anno nero dell'extra vergine d'oliva. Non se ne produce. Non se ne trova.
Una tragedia per i coltivatori, un dramma per gli appassionati della bruschetta.
Tutta colpa del clima pazzo e del concatenarsi di una serie di eventi negativi.
A giugno l'unica vera ondata di calore ha provocato il disseccamento dei fiori
compromettendo la produzione di frutti.
Quelli sopravvissuti hanno poi dovuto combattere con alti tassi di umidità, piogge abbondanti,
poco sole, condizioni ideali per malattie e attacchi parassitari. Come quello della famelica mosca.
Che ha fatto strage. E come se non bastasse, a dare il colpo finale ad un settore che conta
su 250 milioni di piante, garantisce impiego di manodopera per 50 milioni di
giornate lavorative all'anno e un fatturato di 2 miliardi di euro, sono arrivate
le tempeste di grandine. Quella del 19 settembre ha cancellato le olive da larga parte
degli alberi in Toscana, terra d'eccellenza, dove il crollo produttivo ha toccato picchi
del 90%, in media tra -70 e -50%.